Mescolarsi alla folla. Essere una
goccia nell'oceano di individui che nella totale indifferenza continuano a
vivere le loro esistenze. Non è male
immergersi in tutto questo. Davvero. Osservare il via vai di persone impegnate nel
fare qualcosa fa in modo che quel legame invisibile tra te e il mondo non si
spezzi. Nonostante i passi, le risa, le chiacchiere posso leggere in maniera
chiara i miei pensieri e tutto quel chiasso pian piano diventa un armoniosa
melodia che accompagna la mia lettura. Non importa quanto le riflessioni siano
profonde. L’importante è che io possa sedermi sul mio stesso fegato e leggere
indisturbato tutto quello che voglio. Nessuno può interromperti perché nessuno
ti conosce. Forse il vero motivo che abbiamo per volerci mimetizzare in questa
calca, in questo infinito brulicare di individui è che vogliamo dimostrare che
anche le nostre vite siano normali, che anche noi abbiamo qualcosa da
fare: non siamo dei reietti che stanno
fino a mezzogiorno a letto; noi abbiamo
da fare. Dobbiamo mettere a posto un po’ di cose, un po’ di pensieri. Dobbiamo
scegliere cosa tenere e cosa buttare. Cazzo quanto è difficile buttare qualcosa!
Ti verrebbe di tenere tutto, ma, a furia di conservare, il tuo scaffale
potrebbe rompersi. Non è uno scaffale di legno e se si rompe puoi farti male,
molto male. Perciò prendi quei pensieri, quelli impolverati, quelli che hai
deciso di nascondere e smetti tu stesso di nasconderti. Per quanto sia bello l’anonimato
e il calore della massa, devi dare a qualcuno la chance di prendere qualche
libro da quello scaffale.
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