I miei lavori su ewriters

domenica 17 marzo 2013

In the crowd


Mescolarsi alla folla. Essere una goccia nell'oceano di individui che nella totale indifferenza continuano a vivere le loro esistenze.  Non è male immergersi in tutto questo. Davvero.  Osservare il via vai di persone impegnate nel fare qualcosa fa in modo che quel legame invisibile tra te e il mondo non si spezzi. Nonostante i passi, le risa, le chiacchiere posso leggere in maniera chiara i miei pensieri e tutto quel chiasso pian piano diventa un armoniosa melodia che accompagna la mia lettura. Non importa quanto le riflessioni siano profonde. L’importante è che io possa sedermi sul mio stesso fegato e leggere indisturbato tutto quello che voglio. Nessuno può interromperti perché nessuno ti conosce. Forse il vero motivo che abbiamo per volerci mimetizzare in questa calca, in questo infinito brulicare di individui è che vogliamo dimostrare che anche le nostre vite siano normali, che anche noi abbiamo qualcosa da fare:  non siamo dei reietti che stanno fino a mezzogiorno a  letto; noi abbiamo da fare. Dobbiamo mettere a posto un po’ di cose, un po’ di pensieri. Dobbiamo scegliere cosa tenere e cosa buttare. Cazzo quanto è difficile buttare qualcosa! Ti verrebbe di tenere tutto, ma, a furia di conservare, il tuo scaffale potrebbe rompersi. Non è uno scaffale di legno e se si rompe puoi farti male, molto male. Perciò prendi quei pensieri, quelli impolverati, quelli che hai deciso di nascondere e smetti tu stesso di nasconderti. Per quanto sia bello l’anonimato e il calore della massa, devi dare a qualcuno la chance di prendere qualche libro da quello scaffale.


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