I miei lavori su ewriters

giovedì 14 marzo 2013

Mostri moderni


“I’ll see you on the dark side of the moon…”

Cosa siamo? Cosa crediamo di essere? E cosa, invece, vorremmo diventare? Ogni giorno c’è qualcuno che vomita modelli e stili di vita stereotipati: “Lo studente modello”; “il marito ideale”; “La famiglia perfetta”; “L’uomo dell’anno”. E noi tutti, fermi davanti allo specchio ad immaginarci in una o in un’altra vita; sempre quella perfetta s’intende. E’ nel momento in cui ci sentiamo insoddisfatti, sopraffatti da tali modelli, che tendiamo a quella irrealizzabile, quasi folle, perfezione. Cancelliamo tutto ciò che, agli occhi del mondo, non è compatibile con il nostro “way of life” del momento e sotterriamo tutto ciò che appartiene all’uomo/individuo come tale, accontentandoci di esistere piuttosto che essere. Tutto ciò che cerchiamo di annegare, però, riemerge in qualsiasi forma. Una sorta di boomerang. E’ nel nostro inconscio che si nasconde, nel buio pesto delle cose dimenticate. Ogni istinto, ogni perversione, o qualsiasi altra cosa che cerchiamo di reprimere per essere “Il lavoratore dell’anno”, “l’artista del secolo”, “l’uomo perfetto”, si nutre delle nostre ambizioni. Quasi come un parassita difficile da annientare, principalmente perché impossibile da vedere. Eppure c’è. Esiste e con il tempo ti divora, rendendoti vuoto o pazzo (o anche entrambi allo stesso tempo). Il vuoto e la pazzia faranno sì che tu sia discriminato e alienato. Arrivato proprio in quel punto di non ritorno, forse era meglio rallegrarsi di essere se stessi.

“There is no dark side of the moon really. Matter of fact It’s all dark.”


(Grazie ad Alessandro Chianese per l'illustrazione)


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