I miei lavori su ewriters

mercoledì 24 luglio 2013

Innervision

Scaraventare via tutti i miei fogli: questo vorrei.  Andare via, lontano, senza sapere dov’è che il mio viaggio si arresterà. Nessun malessere. Forse un certo senso di ribellione; sicuramente una ricerca introspettiva. E’ quando non sai dove stai andando che hai l’opportunità di ritrovare ciò che pensavi di aver perso. Tutte le cose più care, le emozioni, le esperienze e le paure. Tutte lì. Ferme e immobili a scrutarti e ad accompagnarti durante il cammino. E’ per esse che siamo ciò che siamo: uomini o donne; audaci o vigliacchi; gloriosi o miserabili. Questo è l’unico bagaglio di cui ho bisogno. La meta, beh, quella chi la può conoscere? Seguiamo le stelle vecchio mio, in fin dei conti ognuno di noi si è già perso a modo suo.

Grazie ad Alessandro Chianese per l'illustrazione

giovedì 4 luglio 2013

Blank page

“Immaginiamo che un individuo viva due periodi, 0 e 1…”

Maledetto foglio bianco, condanna per chi ha tanto da dire, benedizione per chi non saprebbe neanche come riempirlo. I pensieri sono più veloci dei razzi e altrettanto potenti possono tornarti contro. Maledetto. Eppure quante gioie, quante speranze può nascondere uno stupido foglietto: una lettera di ammissione all’università che sognavi, una pagella, la vincita di un concorso, o chissà che. Quanto si può essere disperati a parlare con un foglio? E se fossimo solamente dei sognatori? E se davvero riuscissimo a trasformare questo foglio in una nave, un aereo, ma che ne so, una navicella spaziale? Dritti nello spazio! E chi ci prenderebbe più?! Maledetto foglio: troppe volte impari come riempirlo e tutte le volte non è mai il modo giusto. Ma si, perché non scrivi bene, perché hai una brutta calligrafia, perché il contenuto è povero, perché, si, tutti noi siamo poveri. Poveri di conoscenze, di passioni, poveri di amore. Amore! Che parolone… e se scrivessi una lettera d’amore su questo foglio?


Così passiamo le nostre giornate, così ci consumiamo più veloci di questo foglio bianco. Maledetto.

Grazie ad Alessandro Chianese per l'illustrazione