Diciamo che non sono quello che ti aspetteresti di incontrare una sera passeggiando tra strade deserte illuminate dalla fioca luce di lampioni assonnati.
Diciamo che camminare aiuta molto: lo fai quando ti vuoi rilassare, quando vuoi digerire; lo fai perché è salutare o piuttosto perché ti aiuta a pensare. Beh, si. Pensieri messi lì, sulle tue spalle, ad accompagnarti nel silenzio della sera, tra le rare urla degli ultimi sopravvissuti ad una giornata ordinaria che si accinge a finire.
Camminare, camminare soli. Quante volte lo abbiamo fatto? Quante volte lo faremo? E se non lo abbiamo fatto, forse sarebbe ora di cominciare, perché, si, aiuta anche alla circolazione. Camminare senza cercare davvero una direzione esatta, perché, in fondo, è quello che siamo: dei dardi sparati dall'arco di un arciere stanco, scontento e magari anche disattento.
Dei dardi impazziti che continuano a passeggiare come se la sera ad un certo punto rallentasse il suo corso per darci il modo di osservare con maggiore attenzione ciò che ci sta intorno. Respiro lento e l'eco delle parole da lontano sembra quasi un lamento deforme.
Dardi lenti, che camminano senza una meta, senza un direzione, come consapevoli che ciò che è stato scoccato, indipendente dai modi, dal vento o dal bersaglio, è destinato ad incontrare un tronco in cui conficcarsi.

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