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mercoledì 20 agosto 2014

Night walk

Diciamo che non sono quello che ti aspetteresti di incontrare una sera passeggiando tra strade deserte illuminate dalla fioca luce di lampioni assonnati. 

Diciamo che camminare aiuta molto: lo fai quando ti vuoi rilassare, quando vuoi digerire; lo fai perché è salutare o piuttosto perché ti aiuta a pensare. Beh, si. Pensieri messi lì, sulle tue spalle, ad accompagnarti nel silenzio della sera, tra le rare urla degli ultimi sopravvissuti ad una giornata ordinaria che si accinge a finire. 

Camminare, camminare soli. Quante volte lo abbiamo fatto? Quante volte lo faremo? E se non lo abbiamo fatto, forse sarebbe ora di cominciare, perché, si, aiuta anche alla circolazione. Camminare senza cercare davvero una direzione esatta, perché, in fondo, è quello che siamo: dei dardi sparati dall'arco di un arciere stanco, scontento e magari anche disattento. 

Dei dardi impazziti che continuano a passeggiare come se la sera ad un certo punto rallentasse il suo corso per darci il modo di osservare con maggiore attenzione ciò che ci sta intorno. Respiro lento e l'eco delle parole da lontano sembra quasi un lamento deforme. 

Dardi lenti, che camminano senza una meta, senza un direzione, come consapevoli che ciò che è stato scoccato, indipendente dai modi, dal vento o dal bersaglio, è destinato ad incontrare un tronco in cui conficcarsi.

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