“I’m the passenger…”
Un’altra partenza, un altro
addio, un altro tramonto alle spalle e un nuovo sole di fronte. E ancora, cuori
che si sciolgono in un caffè amaro; amaro come un amore fatto di “arrivederci”,
amaro come un tiro di dadi per decidere se andare o restare. Spendiamo la
nostra vita in un continuo andirivieni senza sosta, in bilico tra ciò che era,
ciò che potrebbe essere e ciò che sarà; tra i pochi si, i tanti no e i troppi
maledetti forse. Consumiamo svegli le nostre notti per paura di sprecare il
nostro tempo. Tutto è così veloce e noi siamo sempre dannatamente indietro: un
popolo di eterni secondi che affogano le loro frustrazioni in un sorriso finto.
Oh cara la mia luna! Tu, tu che da secoli hai l’onere di farci sognare; tu che da
lassù brilli raggiante su un meraviglioso soffitto di stelle. Quante volte ti
ho guardata, quante volte avrei desiderato, anche solo per un attimo, sentire il
tuo abbraccio luminoso, freddo e candido allo stesso tempo. Tu che da sempre
fai credere a chi ti guarda che il mondo si può cambiare se lo si vuole. Tu,
ancora, ti porti la croce di guidare le nostre ambizioni e osservare i nostri
fallimenti, mentre rimuginiamo a mani vuote. Riempici della tua luce, che,
anche se riflessa, ci aiuta ancora a sognare.
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Grazie ad Alessandro Chianese (questa volta in maniera particolare) per l'illustrazione |